giovedì 14 maggio 2009

Riflessioni

Dettaglio che attira particolarmente la mia attenzione durante l'ultima lezione di informatica: in Australia, nelle zone popolate da nient'altro che fattorie, i bambini non vanno a scuola tutti insieme ma fanno lezione via radio ognuno a casa propria.
Pensiero personale immediatamente successivo: va bene che, grazie alla tecnologia, ormai possiamo fare praticamente di tutto, ma forse non stiamo un pò esagerando? Vale la pena sbarazzarzi dell'effetto socializzante dello stare a scuola assieme per risparmiare il tempo e la fatica del viaggio fino alla scuola?
Risposta post-pensiero personale: dipende dalla distanza casa-scuola. Considerando quanto è immensa la zona dell'Outback australiano dove il tuo vicino di casa abita a 300 km di distanza da te se non di più, forse raggiungere in auto la scuola ogni giorno sarebbe complicato quindi sì, la scuola via radio sembra la risposta al problema.
Riflessioni durante la settimana: il caso australiano ricorda in parte la situazione delle favelas brasiliane, altro luogo in cui si è recentemente trovato un utilizzo "socialmente utile" della tecnologia. A Rio de Janeiro tra le baraccopoli è stata installata la connessione wi-fi gratuita, in modo che ne possano usufruire tutti gli abitanti (certe zone italiane ancora non hanno la copertura adsl...). Ciò è stato permesso dal progetto "Inclusione Digitale" del governo brasiliano che sta cercando di combattere l'emarginazione di queste zone e di dare progressivamente a tutti accesso ai servizi principali. Questo sicuramente rappresenta anche un grande passo avanti per la formazione scolastica di quei territori. Possiamo dire lo stesso della situazione australiana, dove grazie all'organizzazione della scuola via radio i bambini non perdono la possibilità di usufruire dell'istruzione scolastica che nel loro caso sarebbe estremamente difficile raggiungere. Ciò non toglie però che loro debbano fare a meno di uno degli elementi più importanti della formazione, cioè quello sociale, che il bambino apprende prima di tutto a scuola.
Penso a come sarebbe potuta essere la mia vita se avessi fatto le lezioni scolastiche standomene comodamente a casa mia: sveglia alle 8 invece che alle 6.30, senza dover prendere due autobus per arrivare dall'altra parte della città, ascoltando la voce dell'insegnante mentre resto seduta sul divano di casa, ancora in pigiama, sgranocchiando la colazione. Ma per tanta comodità sarei stata disposta a rinunciare alle amicizie nate a scuola, la complicità con i compagni di classe, le gags con la compagna di banco, i compiti in classe di gruppo, l'aver apprezzato o odiato determinati insegnanti? Non credo proprio. Nemmeno adesso, se potessi fare lezione via web, rinuncerei a quell'ora di viaggio in treno che mi separa dall'università pur di entrare in un'aula piena di gente e poter fare lezione insieme, non ognuno a casa propria, sicuramente più comodo ma anche circondato dalla solitudine con il proprio pc.
Non c'è dunque altra possibilità per far studiare insieme i bambini e ragazzi australiani che crescono in queste zone? A quanto pare no, quella della scuola via radio sembra essere la soluzione più praticabile per permettere a loro di ricevere comunque un'istruzione anche se, a mio avviso, si perdono uno degli aspetti più divertenti e importanti che la scuola insegna.

"Che valore hanno questi ricordi? Il valore è inestimabile. Non esiste un valore della scuola. O meglio, è uguale ad infinito. La scuola non è solo studio. La scuola è esperienza: amicizia, amore, dolore, gioia, successo e fallimento. La scuola funzionerà sempre, anche se non funziona, perchè non è fatta solo da quello che possiamo soppesare, ma anche da tutto quello per cui non esiste unità di misura. E' fatta, cioè, dalle singole persone" (Giovanni Floris, La fabbrica degli ignoranti).

5 commenti:

  1. Quello che mi è piaciuto molto di questo post è il fatto che tu abbia in qualche modo lasciato il problema aperto, che ti sia messa nelle condizioni di poter riflettere, nonostante la legittimità dei tuoi primi pensieri, sul significato che per molti bambini ha l'istruzione "alternativa", cioè quella fatta attraverso la tecnologia e non attraverso un contatto umano. Condivido pienamente la citazione che hai fatto e ciò che hai scritto sull'irrinunciabilità della socialità. La scuola, specie all'inizio, più che darci nozioni, ci forma come persone, ci rende esseri "sociali", ci separa dal nostro nido familiare per permetterci di essumere un ruolo sociale e un'identità.
    Ma penso anche che tra farla e non farla, sia sempre meglio la prima opzione, e dunque ben vengano anche le lezioni via radio, purché rimangano sempre l'ultima spiaggia.

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  2. Calare quell'esperienza nel nostro contesto probabilmente non ci aiuta a capirla.
    Quei bambini in Australia sono probabilmente destinati a vedere poco altro oltre alla loro famiglia per tutta la vita. Fornire loro strumenti culturali anche minimi potrebbe essere un modo per far nascere curiosità...voglia di aprirsi al nuovo...e magari anche all'altro...
    Ma estendere il sistema a realtà come la nostra sarebbe, a mio avviso, assolutamente assurdo...per tutti i motivi che hai ben spiegato tu!! Voglio dire...da chi avrei mai potuto copiare i compiti di storia dell'arte?!

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  3. Sono pienamente d'accordo con la citazione finale e allargherei la questione ben oltre il caso specifico della scuola. Le tecnologie devono essere una risorsa, un aiuto in più, non la sostituzione di quella sfera, quella sociale, che è ciò che caratterizza la vita e la rende degna di essere vissuta. Il rischio è di diventare semplici utilizzatori di tecnologie e perdere la nostra dimensione reale.
    Io un cyborg non voglio diventare!!!!
    Bel post, complimenti, ma in una rete così veloce, grande e dispersiva, il tuo ammonimento sarà purtroppo dimenticato in pochi clic.

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  4. Ho volontariamente lasciato la questione aperta perchè purtroppo è così che resta penso agli occhi di tutti: sicuramente in questo contesto meglio la scuola via radio pittosto che niente scuola, quindi in questo caso l'applicazione tecnologia non potrebbe essere più corretta, ma in altri luoghi dove magari non è così necessario non prendiamoci troppo gusto con le lezioni da casa via web perchè eliminano altri fattori a mio avviso molto importanti.

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  5. Una domanda banale...ma poi non è possibile interagire con l'insegnante? e se non si è capito?è vero che anche in Italia la tv è stata un ottimo strumento di istruzione e che ha contribuito a risolvere il problema dell'analfabetismo, ma penso che sia insostituibile il confronto in classe. Come si può pensare di ridurre l'insegnamento ad un semplice passaggio di nozioni?

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