martedì 26 maggio 2009

Privacy nel web

Sempre a proposito di temi quali privacy, Facebook e il nuovo ente francese Hadopi, oggi su Repubblica nel blog di Vittorio Zambardino compare l'intervista a Francesco Pizzetti, presidente dell'Autorità garante dei dati personali. Consiglio la lettura per intero quindi non riporto spezzoni particolari, se non una breve citazione:
"è più pericoloso cosa può sapere Google di me o cosa può sapere il mio vicino di casa su di me tramite Google?"

Giusto qualche post fa mi chiedevo se abbiamo ancora la privacy o se la stiamo perdendo senza accorgercene...

giovedì 21 maggio 2009

Forse un'ultima speranza

Non è finita qui. I francesi non ci stanno. A poco più di una settimana dall'approvazione della legge contro la pirateria on line, i deputati socialisti hanno presentato ricorso alla Corte Costituzionale per l'annullamento della legge. Quest'ultima tenta di tutelare il copyright dei materiali presenti in Internet punendo i trasgressori che lo scaricano illegalmente, prima avvertendoli con mail e raccomandata, poi togliendo loro la connessione alla rete. Piccolo particolare: dovranno continuare a pagare lo stesso l'abbonamento.
Mentre inizialmente i parlamentari francesi schierati come contrari alle sanzioni verso i pirati della rete si erano però espressi a favore di un "contributo creativo sugli abbonamenti Internet per finanziare il diritto d'autore", ora si fanno portavoci di tutti gli utenti del web e si scagliano contro il testo della legge, individuandone più punti controversi.
In discussione, in particolare, la disposizione secondo la quale, nel caso una persona incolpata contesti l'accusa di violazione della legge perchè ad utilizzare la sua connessione era qualcun altro, magari un famigliare, dovrà trovare il modo di difendersi dimostrando d'aver adottato tutte le misure necessarie per rendere sicuro il proprio collegamento Internet. I deputati ritengono che ciò contravvenga l'articolo 9 della Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino, che stabilisce il principio di presunzione d'innocenza.
Inoltre a quanto sembra la sanzione prevista da tale legge entra in conflitto con un emendamento recentemente approvato dal Parlamento Europeo nel quale si stabilisce che Internet è un elemento di manifestazione della libertà di pensiero e non può essere in alcun modo fatto oggetto di sanzione di legge. Ma, cosa ancor più importane, viene precisato che la connessione è un diritto che può essere revocato solo attraverso un provvedimento della magistratura, mentre la nuova direttiva francese affiderebbe tale compito ad un'autorità amministrativa istituita apposta per questo.
La Corte Costituzionale ha quindi un mese di tempo per esaminare tutti i punti del ricorso ed esprimere il proprio giudizio. In sostanza il dibattito è ancora aperto: l'annosa questione che vede da un lato case produttrici che commerciano cd e dvd a prezzi troppo altri e dall'altro utenti che, di conseguenza, scaricano gratuitamente dal web violando i diritti d'autore non è ancora totalmente conclusa. Se verrà dato il definitivo benestare alla nuova legge di Sarkozy molti download non saranno più possibili e gli utenti della rete dovranno rivoluzionare il loro modo di usufruire del web e trovare strade alternative. Il problema rischia presto di espandersi ai cittadini di tutte le altre nazioni europee in quanto la soluzione adottata dalla Francia è stata osservata con interesse da parte dei governi degli altri Paesi che si preparano ad imitarla.
La comunità internettiana nel frattempo si sta già organizzando per aggirare il provvedimento attraverso i consigli di forum nati per aiutare il comune cittadino a sviare la norma, ovviamente in maniera illegale come prima.

mercoledì 20 maggio 2009

Abbiamo ancora la privacy?

A quanto pare Google ha inventato un algoritmo che permette ai dirigenti aziendali di poter sapere in anticipo quali dipendenti sono scontenti o stanno pensando cambiare lavoro. Questo quello che oggi ci comunica un articolo di Repubblica a proposito di nuove tecnologie.
La notizia farà senz'altro piacere ai grandi managers che potrebbero così riuscire a prendere le dovute precauzioni per evitare la perdita di un lavoratore prezioso, ma quali sono i vantaggi per i dipendenti? Che non avranno più la libertà di poter cercare un altro lavoro senza che il proprio superiore lo venga a sapere, con annesse tutte le motivazioni? Non è considerata una forma di violazione della privacy? Ma soprattutto non potremo più nemmeno avere la libertà formulare un pensiero personale negativo o contrario rispetto all'attività dell'azienda per cui lavoriamo senza avere la garanzia che chi sta al di sopra di noi non lo venga a sapere e prepari eventuali ripercussioni? Già, perchè a quanto sembra questo nuovo strumento consente addirittura di entrare nei pensieri delle persone e rilevare il loro livello di insoddisfazione. Mi permetto di riportare le frasi a mio avviso più significative dell'articolo:
"Il nostro algoritmo ci consente di entrare nella testa dei dipendenti ancora prima che essi sappiano di volersene andare", dichiara Laszlo Bock, direttore delle risorse umane di Google.
"L'algoritmo è in grado di individuare lo scontento ancor prima che questo si materializzi con chiarezza nella mente del dipendente".
Al momento questa futuristica invenzione non è ancora in commercio, Google giustamente e furbamente forse vuole tenerla tutta per se per evitare la concorrenza, ma nel caso diventi disponibile a tutti come si modificherà la vita dei dipendenti? Potranno ancora esprimere liberamente le loro rimostranze senza che qualcuno navighi nei loro pensieri alla ricerca di ciò che può dare fastidio ai superiori? Riusciranno ancora ad avere la libertà di fare un colloquio in un altro posto di lavoro se non sono soddisfatti di quello attuale evitando che il resto dell'azienda lo sappia? Avranno ancora la possibilità di scegliere un altro impiego senza che venga loro impedito di fare ciò?
Non bastavano le telecamere in ogni luogo in cui entriamo e ad ogni angolo della strada, Internet che sembra libero ma in realtà registra ogni nostro movimento sui siti che visitiamo, tutte le tessere che ci impongono di fare per accedere a molti servizi e i dati personali che siamo praticamente obbligati a lasciare ogni volta che vogliamo usufruirne, ora hanno trovato anche il modo di controllare un nostro pensiero addirittura prima che venga in mente a noi stessi... Non stiamo un pò esagerando?

venerdì 15 maggio 2009

Non c'è più tempo

"Si perde tempo... per risparmiare tempo... impiegano meno tempo...". Quante volte durante l'ultima lezione di informatica il prof. ha pronunciato frasi simili? Non lo so, dopo un pò ho perso il conto. A quanto sembra la comunicazione si sta adattando a ciò che caratterizza di più la ricerca di informazioni da parte dell'utente, cioè la fretta di quest'ultimo. Ovviamente il web e i giornali on-line sono tra i primi ad adeguarsi tagliando tutto ciò che farebbe impiegare all'utente troppo tempo per leggere e al giornalista troppo tempo per scrivere: titoli sempre più sintetici, occhiello praticamente scomparso, articoli brevissimi, quelli un pò più lunghi sono dei copia-incolla di agenzia, eliminati i video che impiegano troppo a caricare, immagini che parlano da sole così si evita di doverle affiancare a del testo, siti con il maggior numero di informazioni accatastate dentro il più possibile una di fianco all'altra. Tantissime notizie quindi, ma in che modo vengono trattate? Arriveremo al punto in cui conterà più la quantità della qualità? O ormai già ci siamo?
Si inserisce perfettamente in questo contesto il sito Italianews, creato da un consorzio di testate di giornali locali di ogni regione. Praticamente i giornali che vi aderiscono, pur mantenendo il loro personale sito Internet con le news della loro zona, passano anche a questo sito le loro notizie principali. L'idea sembra buona, in fondo si riesce ad avere l'idea di un giornale nazionale fatto con pezzi delle varie regioni e si forniscono agli utenti notizie non solo della propria città ma anche di quelle più lontane. Ma qual è la particolarità? Chi si occupa di mettere assieme i vari pezzi? Il computer stesso, che tramite particolari aggregatori naviga tutto il web e va alla ricerca delle notizie più lette su tutti gli altri siti. Praticamente fa tutto da solo: legge tutta la rete, seleziona ciò che gli interessa e lo copia nella propria pagina. Di nuovo un notevole risparmio di tempo, per noi che non dobbiamo fare la fatica di andare sul sito di ogni giornale (ma veramente non abbiamo più neanche qualche minuto da perdere?) e per chi crea le notizie che in questo caso delega il lavoro al pc. Ma in questo modo chi controlla la qualità di ciò che ci viene fornito?

giovedì 14 maggio 2009

Riflessioni

Dettaglio che attira particolarmente la mia attenzione durante l'ultima lezione di informatica: in Australia, nelle zone popolate da nient'altro che fattorie, i bambini non vanno a scuola tutti insieme ma fanno lezione via radio ognuno a casa propria.
Pensiero personale immediatamente successivo: va bene che, grazie alla tecnologia, ormai possiamo fare praticamente di tutto, ma forse non stiamo un pò esagerando? Vale la pena sbarazzarzi dell'effetto socializzante dello stare a scuola assieme per risparmiare il tempo e la fatica del viaggio fino alla scuola?
Risposta post-pensiero personale: dipende dalla distanza casa-scuola. Considerando quanto è immensa la zona dell'Outback australiano dove il tuo vicino di casa abita a 300 km di distanza da te se non di più, forse raggiungere in auto la scuola ogni giorno sarebbe complicato quindi sì, la scuola via radio sembra la risposta al problema.
Riflessioni durante la settimana: il caso australiano ricorda in parte la situazione delle favelas brasiliane, altro luogo in cui si è recentemente trovato un utilizzo "socialmente utile" della tecnologia. A Rio de Janeiro tra le baraccopoli è stata installata la connessione wi-fi gratuita, in modo che ne possano usufruire tutti gli abitanti (certe zone italiane ancora non hanno la copertura adsl...). Ciò è stato permesso dal progetto "Inclusione Digitale" del governo brasiliano che sta cercando di combattere l'emarginazione di queste zone e di dare progressivamente a tutti accesso ai servizi principali. Questo sicuramente rappresenta anche un grande passo avanti per la formazione scolastica di quei territori. Possiamo dire lo stesso della situazione australiana, dove grazie all'organizzazione della scuola via radio i bambini non perdono la possibilità di usufruire dell'istruzione scolastica che nel loro caso sarebbe estremamente difficile raggiungere. Ciò non toglie però che loro debbano fare a meno di uno degli elementi più importanti della formazione, cioè quello sociale, che il bambino apprende prima di tutto a scuola.
Penso a come sarebbe potuta essere la mia vita se avessi fatto le lezioni scolastiche standomene comodamente a casa mia: sveglia alle 8 invece che alle 6.30, senza dover prendere due autobus per arrivare dall'altra parte della città, ascoltando la voce dell'insegnante mentre resto seduta sul divano di casa, ancora in pigiama, sgranocchiando la colazione. Ma per tanta comodità sarei stata disposta a rinunciare alle amicizie nate a scuola, la complicità con i compagni di classe, le gags con la compagna di banco, i compiti in classe di gruppo, l'aver apprezzato o odiato determinati insegnanti? Non credo proprio. Nemmeno adesso, se potessi fare lezione via web, rinuncerei a quell'ora di viaggio in treno che mi separa dall'università pur di entrare in un'aula piena di gente e poter fare lezione insieme, non ognuno a casa propria, sicuramente più comodo ma anche circondato dalla solitudine con il proprio pc.
Non c'è dunque altra possibilità per far studiare insieme i bambini e ragazzi australiani che crescono in queste zone? A quanto pare no, quella della scuola via radio sembra essere la soluzione più praticabile per permettere a loro di ricevere comunque un'istruzione anche se, a mio avviso, si perdono uno degli aspetti più divertenti e importanti che la scuola insegna.

"Che valore hanno questi ricordi? Il valore è inestimabile. Non esiste un valore della scuola. O meglio, è uguale ad infinito. La scuola non è solo studio. La scuola è esperienza: amicizia, amore, dolore, gioia, successo e fallimento. La scuola funzionerà sempre, anche se non funziona, perchè non è fatta solo da quello che possiamo soppesare, ma anche da tutto quello per cui non esiste unità di misura. E' fatta, cioè, dalle singole persone" (Giovanni Floris, La fabbrica degli ignoranti).

giovedì 7 maggio 2009

Il sito dei siti

Il sito di Bowen Craggs, la società di analisi del Financial Times, stila ogni anno la classifica dei migliori siti istituzionali di tutte le grandi aziende mondiali. In una prima classifica generale possiamo vedere la posizione ricoperta da ciascun sito preso in esame e di quanto si trovi più in alto o più in basso rispetto alla sua posizione nella classifica dell'anno precedente. Oltre a ciò abbiamo a disposizione altre dodici graduatorie più particolareggiate perchè realizzate seguendo un solo preciso criterio per ognuna. Nello specifico, le ulteriori categorie attraverso cui vengono valutati i migliori portali istituzionali sono:
  • per territorio;
  • per nazione;
  • miglioramento;
  • nuovi entrati;
  • costruzione del sito;
  • messaggio trasmesso;
  • contatti;
  • servizio alla società;
  • servizio agli investitori;
  • servizi verso i media;
  • servizi per chi cerca lavoro;
  • servizi per i clienti.
Seguendo tali criteri si può arrivare a notare come aziende così importanti cerchino di apportare al proprio sito web tutte le migliorie possibili per soddisfare tutte le esigenze di ogni utente che abbia bisogno di entrare in contatto con loro. Per esempio possono essere realizzati dei blog interni al portale in cui i clienti abbiano modo di esprimere le loro problematiche oppure si può scegliere di personalizzare la rete dei contatti per fare in modo che i clienti indirizzino le loro richieste verso la persona o il settore direttamente designato allo scopo.
Il fatto che Bowen Craggs realizzi tali analisi ci dà l'idea di come, già adesso ma ancora di più in futuro, praticamente quasi tutto passerà attraverso Internet e risulterà obsoleta e non al passo coi tempi una qualsiasi attività che non abbia una sua versione in rete.
Un esempio dell'importanza delle classifiche di Bowen Craggs: la notizia che il sito dell'italiana ENI quest'anno rientri ai primi posti della graduatoria generale è stata riportata da tutte le migliori agenzie di stampa italiane (Ansa, Asca, Agi, AdnKronos).


Agenzie di stampa: pregi e difetti

Come i quotidiani, anche le agenzie di stampa hanno una loro versione on-line. Il vantaggio per gli utenti di consultare il sito di un'agenzia di stampa invece che quello di un giornale è di poter avere a disposizione l'aggiornamento delle notizie in tempo reale. Proprio per questo l'agenzia stessa è una fonte primaria per il giornalista, infatti il quotidiano spesso è costruito sui take lanciati dalle agenzie che vengono poi approfonditi dai giornalisti per dare corpo algli articoli. Inoltre l'attività di un'agenzia di stampa sembra essere perfetta per il web in quanto rispecchia i criteri di velocità, rapidità, essenzialità e sintesi necessari non solo ai giornalisti ma anche agli stessi lettori che consultano la rete e vogliono trovare subito e in maniera chiara le news di cui hanno bisogno.
Anche se le agenzie di stampa italiane sono numerose, non è facile trovare nei loro siti l'insieme perfetto delle caratteristiche che rispettano del tutto tali criteri in modo da rendere il portale di una meglio di quella di un'altra, presentano comunque tutte pregi e difetti. Vediamo quali.
La più nota fra tutte è l'ANSA, ma la home page del suo sito è forse una delle peggiori in quanto troppo simile a quella dei giornali on-line quindi estremamente caotica: nel tentativo di inserire il maggior numero di notizie possibile non le gestisce gerarchicamente nello spazio e dà all'utente una visione troppo dispersiva e confusionaria del tutto. Utilizza però molte immagini e supporti audio e video. Abbastanza standard l'idea del ticker in alto e la divisione per settori sulla sinistra.
AGI e ASCA presentano sicuramente una visuale più gradevole, nonostante la prima mostri comunque ancora somiglianze con l'idea del quotidiano on-line in quanto fornisce troppo testo, anche se è apprezzabile il tentativo di dare una gerarchia delle notizie e di ridurne quindi la quantità, diversamente da ANSA. Nella parte alta della pagina e quindi più visibili a primo impatto sono comunque presenti le strutture essenziali: ticker, notizie flash, link ai vari settori. Il sito di ASCA, già più simile a quelli delle agenzie di stampa straniere, rispecchia meglio dei precedenti il criterio della sintesi in quanto le notizie di copertina nella colonna di sinistra sono presentate in maniera estremamente riassuntiva e per quelle riferite a settori più specifici è presente solo il titolo, da cliccare per leggere l'approfondimento della notizia. Anche visivamente lo spazio è gestito abbastanza bene: in alto ticker, breaking news e notizie principali, spostandosi verso il basso attualità, esteri, politica, sport e a fondo pagina link ai settori regionali e qualche spazio pubblicitario.
Altri due siti che, come quello di ANSA, riportano troppo testo e troppa dispersività sono quelli delle agenzie di stampa DIRE e IL VELINO. Il primo punta sulle immagini e sui colori, assegnandone uno ad ogni sotto-sezione e riprendendolo per ogni news. Invece che dare un'idea più chiara e pulita della home page tende a diversificarsi troppo, mescolando anche immagini delle notizie con quelle di pubblicità e altri servizi. Il Velino mostra nella prima pagina molte notizie descritte in maniera decisamente troppo ampia, tanto da non rispecchiare il criteri di essenzialità e sintesi necessari per l'attività di agenzia. Anche questo portale è infatti troppo simile a quello di un quotidiano on-line, aggiungendo la scelta sbagliata di mettere i titoli delle news sulla destra invece che sulla sinistra dove sarebbero visivamente più immediati.
ADNKRONOS e APCOM sembrano essersi adattate meglio al web. La prima riporta al centro le notizie principali anticipate da qualche frase sintetica, a sinistra i link ai settori specifici e in alto i take, anche se spostati sulla destra. Utilizza inoltre diversi supporti multimediali, a cui è possibile accedere dai link della colonna di sinistra. APCOM presenta una home page gestita in maniera chiara e meno confusionaria, con take nella colonna di sinistra e in alto gli aggiornamenti recenti.
Per quanto alcuni di questi siti rispecchino meglio di altri caratteristiche che rendono più chiara e veloce l'individuazione delle notizie principali, in termini di essenzialità le agenzie di stampa straniere sono sicuramente miglori. Alcuni esempi:
REUTERS, britannica, riporta a sinistra la divisione in categorie delle news e nella colonna centrale le varie categorie con l'elenco dei titoli principali. Utilizza molti video;
AFP, francese, quasi priva di testo nella prima pagina, punta sulle immagini e sui link delle varie sezioni per far addentrare l'utente direttamente nel settore che lo interessa;
DPA, tedesca, presenta una home page molto ridotta, forse fin troppo scarna, con qualche link alle notizie approfondite all'interno;
EFE, agenzia di stampa spagnola, si concentra su una notizia principale e sui titoli delle news dell'ultima ora;
UPI e AP, statunitensi: la prima riporta in alto i take delle notizie più recenti e divide il resto della home page in spazi dedicati ai vari settori con all'interno di ognuno qualche titolo delle notizie principali; AP gestisce tre brevissime colonne con immagini scorrevoli a centro pagina e a sinistra e destra link ad altre pagine e notizie.


martedì 5 maggio 2009

Corrado Guzzanti a Bologna

Dopo lungo tempo ritorna sul palcoscenico Corrado Guzzanti, che sta portando in giro per l'Italia la sua nuova tournè teatrale dal titolo Recital. Il 9 maggio farà tappa al Paladozza di Bologna e il celebre autore satirico ci riproporrà il meglio dei suoi personaggi, dalle creazioni originali come il santone Quelo e la conduttrice Vulvia alle imitazioni delle figure politiche più note.
Da anni ormai gli spettacoli di questo tipo sono stati costretti a migrare dalla televisione verso teatri e palasport. La satira infatti in Italia è ormai sparita quasi del tutto dal piccolo schermo in quanto è sempre più frequente l'allontanamento dei comici da un programma o la chiusura dello stesso qualora vengano fatte battute o dichiarazioni che risultino fastidiose per chi sta ai "piani alti" della dirigenza (un esempio tra tutti la recente decisione di allontanare Vauro dal programma Annozero). Mentre in Germania e in Francia vengono tranquillamente mandate in onda trasmissioni come Popetown, cartone satirico e irriverente nei confronti del Papa e della Chiesa, oppure Les Guignols, programma con pupazzi animati che imitano e sbeffeggiano i politici di ogni nazione, da noi ogni frase sbagliata rischia sempre di avere conseguenze drastiche: querele, minacce, censure, editti bulgari. Censure che spesso colpiscono un pò tutti i media del settore dell'informazione giornalistica, ma che per il mondo televisivo sono particolarmente pressanti. Lo stesso Guzzanti in un'intervista dello scorso anno a proposito della satira nel nostro Paese ha dichiarato: "Altrove è tollerata dalla classe politica, in Italia no. La satira è ritenuta scomoda, è stata osteggiata dai dirigenti tv. Se ne è fatta poca, ha prevalso il modello di comico da consumo, di tipo cabarettistico." Comici da consumo, ovvero semplici intrattenitori sul modello di Zelig e Colorado Cafè, utilizzatori di una comicità fine a sè stessa che non si pone ulteriori obiettivi oltre alla risata dello spettatore. Guzzanti invece ritiene scopo della satira quello di far scaturire in chi la guarda uno spunto di riflessione, stimolando la coscienza del pubblico e portandolo ad una maggiore consapevolezza delle ragioni che lo hanno indotto a sorridere. A differenza della sorella Sabina che rivendica nella satira obiettivi di tipo politico, per Corrado Guzzanti l'attività satirica deve esprimere una critica che porti lo spettatore alla riflessione. Le sue imitazioni di personaggi politici infatti non eccedono in insulti e offese, attirandosi a volte anche la simpatia dei diretti interessati, come ad esempio Prodi e Bertinotti.
Sicuramente ormai per i comici non è più molto facile svolgere questo ruolo in un sistema mediatico dove la libertà d'espressione è estremamente limitata dal rischio di essere buttati fuori per aver lasciato trapelare una qualche forma di opposizione al pensiero dei potenti. Proprio per questo motivo Guzzanti stesso ha lanciato dure critiche al settore dell'informazione italiano e ha invece valutato positivamente Internet e i blog, come quello di Beppe Grillo, visti come una nuova forma di comunicazione difficilmente censurabile e come "un vulcano pronto a esplodere".


venerdì 1 maggio 2009

Assaggi di arte contemporanea

Mostro qui qualche breve estratto dell'esibizione finale della Giornata Mondiale della Danza, svoltasi al Museo d'Arte Moderna di Bologna. La performance di improvvisazione mirava, oltre che ad essere un omaggio alla danza, ad unire ad essa altre forme d'arte sia visive che sonore; erano coinvolti nella jam-session i musicisti che facevano da accompagnamento all'evento e le opere del museo che hanno fatto da sfondo allo spettacolo, fino al punto di entrare direttamente a farne parte.