mercoledì 20 maggio 2009

Abbiamo ancora la privacy?

A quanto pare Google ha inventato un algoritmo che permette ai dirigenti aziendali di poter sapere in anticipo quali dipendenti sono scontenti o stanno pensando cambiare lavoro. Questo quello che oggi ci comunica un articolo di Repubblica a proposito di nuove tecnologie.
La notizia farà senz'altro piacere ai grandi managers che potrebbero così riuscire a prendere le dovute precauzioni per evitare la perdita di un lavoratore prezioso, ma quali sono i vantaggi per i dipendenti? Che non avranno più la libertà di poter cercare un altro lavoro senza che il proprio superiore lo venga a sapere, con annesse tutte le motivazioni? Non è considerata una forma di violazione della privacy? Ma soprattutto non potremo più nemmeno avere la libertà formulare un pensiero personale negativo o contrario rispetto all'attività dell'azienda per cui lavoriamo senza avere la garanzia che chi sta al di sopra di noi non lo venga a sapere e prepari eventuali ripercussioni? Già, perchè a quanto sembra questo nuovo strumento consente addirittura di entrare nei pensieri delle persone e rilevare il loro livello di insoddisfazione. Mi permetto di riportare le frasi a mio avviso più significative dell'articolo:
"Il nostro algoritmo ci consente di entrare nella testa dei dipendenti ancora prima che essi sappiano di volersene andare", dichiara Laszlo Bock, direttore delle risorse umane di Google.
"L'algoritmo è in grado di individuare lo scontento ancor prima che questo si materializzi con chiarezza nella mente del dipendente".
Al momento questa futuristica invenzione non è ancora in commercio, Google giustamente e furbamente forse vuole tenerla tutta per se per evitare la concorrenza, ma nel caso diventi disponibile a tutti come si modificherà la vita dei dipendenti? Potranno ancora esprimere liberamente le loro rimostranze senza che qualcuno navighi nei loro pensieri alla ricerca di ciò che può dare fastidio ai superiori? Riusciranno ancora ad avere la libertà di fare un colloquio in un altro posto di lavoro se non sono soddisfatti di quello attuale evitando che il resto dell'azienda lo sappia? Avranno ancora la possibilità di scegliere un altro impiego senza che venga loro impedito di fare ciò?
Non bastavano le telecamere in ogni luogo in cui entriamo e ad ogni angolo della strada, Internet che sembra libero ma in realtà registra ogni nostro movimento sui siti che visitiamo, tutte le tessere che ci impongono di fare per accedere a molti servizi e i dati personali che siamo praticamente obbligati a lasciare ogni volta che vogliamo usufruirne, ora hanno trovato anche il modo di controllare un nostro pensiero addirittura prima che venga in mente a noi stessi... Non stiamo un pò esagerando?

4 commenti:

  1. purtroppo da quando c'è google la privacy è morta! Basta vedere che sanno ogni nostra ricerca e tramite essa ogni nostra preferenza, stato d'animo, situazione familiare e chi più ne ha più ne metta!

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  2. decisamente si, si sta esagerando. Lo scenario è allarmante.

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  3. La cosa assurda è che la sensazione che ci danno le nuove tecnologia è quella di essere liberi, di avere il mondo a portata di click, invece poi se analizziamo attentamento il nostro modo di vivere, non possiamo più fare niente senza essere spiati, osservati, cablati, etichettati. Con tutti i nostri login e le nostre password abbiamo costruito la traccia della nostra vita, anche più intima, e chiunque può guardare dal buco della serratura.

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  4. Senza che questa sorta di spionaggio porti a un qualcosa di costruttivo e positivo.. Le ricerche si fanno solo ed esclusivamente secondo logiche di mercato e per interessi aziendali. Ho citato il tuo post su un mio perchè mi è piaciuto davvero, spero non ti dispiaccia (ad ogni modo ho messo un link al tuo così non mi chiedi i diritti..:)

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